La Ferrari aveva paura di sbagliare. Lo racconta Charles Leclerc in Canada, spiegando che cosa sta cambiando a Maranello con la gestione Vasseur. “Non stiamo perdendo tempo nel prendere decisioni, e finora le scelte sono state molto spesso quelle giuste. C’è un atteggiamento diverso, non c’è paura di sbagliare, se siamo convinti che una direzione sia quella giusta la prendiamo anche se siamo coscienti che potrebbe presentare dei rischi”, ha detto in Canada.
Chi aveva paura di sbagliare? Binotto? No, dai non ci credo. Non avrebbe dato l’ok per un progetto come quello di due anni fa che, non dimentichiamo ha invertito la tendenza. Non avrebbe azzardato con il o motore nel 2019 (quando poi la Ferrari fu beccata). Non credo che il problema fosse la paura. Più probabilmente oggi c’è meno politica all’interno del team e Vasseur ha davvero carta bianca su tutto.
Avete notato come quest’anno si siano ridotti gli interventi dell’Ad Benedetto Vigna sulla Formula 1. Era a Monaco, ma non si è mai visto inquadrato ai box, lasciando il palcoscenico al presidente e a Piero Ferrari. Vasseur è sempre più padrone del team dopo l’operazione Hamilton e i risultati ottenuti.
Vasseur ha il pieno appoggio del presidente. Cosa che la precedente gestione non ha avuto. La differenza è soprattutto qui. Vasseur sa di potersi permettere anche di sbagliare, Binotto era sempre nel mirino.
Si sussurra anche che presto avrà un suo uomo a controllare le relazioni esterne della squadra corse. Naturalmente in arrivo dalla Francia. Basta che sia più efficiente di chi lo ha preceduto.
Comunque la sostanza è che oggi la Ferrari non è lontana dalla Red Bull e in questo weekend potrebbe anche recuperare altri punti in attesa di nuove evoluzioni della SF-24.
Ma ecco il Leclerc pensiero:
“Credo che abbiamo avuto un ottimo approccio negli ultimi sette-otto mesi, siamo stati molto rapidi nell’affrontare i problemi e credo che questo sia il motivo principale per cui oggi siamo la squadra che è migliorata di più. Poi c’è la guidabilità della SF-24, la differenza maggiore rispetto allo scorso anno, un aspetto che trasmette molta fiducia. Questo weekend siamo per la terza volta di fila su una pista che ha dei cordoli importanti, su questo fronte la nostra monoposto si comporta bene, ma credo che a Barcellona la Red Bull tornerà davanti, anche se spero di sbagliarmi”.
“Siamo ancora un passo indietro rispetto a loro, ma non siamo così lontani, in più rispetto allo scorso anno non abbiamo lasciato per strada molti punti, un aspetto cruciale. Poi non stiamo perdendo tempo nel prendere decisioni, e finora – tocco ferro – le scelte sono state molto spesso quelle giuste. C’è un atteggiamento diverso, non c’è paura di sbagliare, se siamo convinti che una direzione sia quella giusta la prendiamo anche se siamo coscienti che potrebbe presentare dei rischi. Probabilmente in passato eravamo un po’ più conservativi”.
“C’è ancora del lavoro da fare uno dei nostri punti deboli sono le curve lunghe e lente. Abbiamo avuto un po’ di difficoltà in Cina per questo motivo, è ancora un’area su cui dobbiamo migliorare la macchina. Direi che questa è l’area principale su cui ci dobbiamo concentrare, poi ci sono altri piccoli dettagli, ma visto l’equilibrio attuale se li sommiamo fanno la differenza”.
“Ovviamente un nuovo pacchetto con un po’ più di carico aerodinamico e un po’ meno resistenza aerodinamica sarebbe sufficiente per colmare il divario, perché alla fine parliamo di due decimi e mezzo nella peggiore delle ipotesi, che è davvero poco, una manciata di centesimi a curva. Ottimizzando il nostro pacchetto possiamo già guadagnare un decimo, e vorrebbe dire dimezzare il gap, ma concludendo se devo indicare il fronte dove possiamo recuperare di più sono le curve lunghe a bassa velocità”.


